lunedì 15 dicembre 2008

OH, SAEN

Da circa un mesetto, appesi ai muri delle strade e sulle pagine dei giornali sono comparsi manifesti dell'ultima campaga pubblicitaria delle valige Louis Vuitton.
Testimonial principale della campagna è lui, un invecchiato e smagliante Sean Connery.



Potrebbe essere mio nonno, eppure...
Sarà che i vecchi mi piacciono - sto facendo un discorso generale, non voglio dire che se vedo passare un ottantenne per strada gli salterei addosso, ma semplicemente che non mi pesa assolutamente stare in compagia delle persone anziane, mediamente o mi fanno tenerezza (e ispirano in me una sorta di istinto materno ribaltato), oppure, quando stanno bene, le trovo mediamente molto interessanti....

Sarà che subisco il fascino dell'uomo maturo - questo invece nel senso che tra lo sbarbatello mio coetaneo e uno un po' più su di età (in realtà non tanto su d'età tipo tra i 30 e i 40), in genere preferisco il secondo...

Sarà che come ha detto lui "Il mio nome è Bond, James Bond", dopo non l'ha più detto nessuno...

Sarà che adesso è pure baronetto...

Sarà che indossa il kilt (molto meglio del Principe Carlo...)

Sarà che LV è una delle poche griffe che mi piacciono e per cui spenderei i tanti soldi che richiede (ad averceli, senza eccessivi sacrifici, ovviamente...)
Sarà che sono scema...

... ma lo adoro.

sabato 13 dicembre 2008

GRAZIE TRENITALIA...Diario personale, puntiglioso e puntuale di una pendolare settimanale incazzata


12 Dicembre, 2008

in questi giorni era stato indetto dalla CGIL uno sciopero generale contro la crisi (?! - ma c'è qlc ke è a favore?). I dipendenti di TrenItalia vi avrebbero aderito dalle 14.00 alle 18.00, risparmiando così i disagi durante le ore che più interessano i pendolari. Con stupere, gioia e letizia venerdì matina la radio annuncia che lo sciopero dei treni è stato revocato!
Rimane il non indifferente problema del blocco di ATM dalle 18.00 alle 22.00, ma mal che vada il tragitto Città Studi- Stz. Centrale può essere affrontato a piedi, Milano-Brescia è un po' più impegnativo...

Impegni vari mi impediscono di arrivare a casa prima delle 18.30, dovendo ancora preparare la valigia, opto quindi per il treno delle 20.05, ma si prendiamo l'intercity che arriva a casa mezz'ora prima e crepi l'averizia - mi dico - sono talmente stanca...
Così, arrivata in stazione mi avvio verso le macchinette e faccio il mio biglietto, che è diventato a prenotazione obbligatoria e qunidi mi costa ben 9€, ma sono ancora convinta che ne valga la pena...
Salgo ai treni, mi avvio al binario 13 e aspetto che aprano le porte per
5 min,intanto fumo una sigaretta. Salgo sul vagone n°5 e cerco il mio posto, 41 - corridoio. Sono stra contenta per chè le carrozze hanno gli somparti a sei posti, comodissimi...
Mi siedo, i miei compagni di scomparto sono un famiglia di Desenzano, mamma, papà e figlia, più un'altra ragazza, il cui grado di parentela non mi era molto chiaro, erano andati a Milano a trovare unparente operato di cuore. Mentre mi facevo involontariamente i cazzi loro e carpivo dai loro discorsi queste succulenti informazioni, un voce maschile annuncia 20 min di ritardo, passati i quali ne aggiunge altri 10. L'interregionale ci supera e io arrivo a Brescia alle 21.30, 5 min dopo, ma avendo pagato 4€ in più...

Postilla. In genere non amo chi si lamenta dei disagi creati dai lavori in corso, gli interventi vanno giudicati a lavoro ultimato, se no, nessuno farebbe mai niente e tutto cadrebbe a pezzi lentamente. Però in Stz. Centrale la cosa comincia a sfiorare il redicolo, pare si divertano a spostare ingresso e/o biglietteria e/o le macchinette automatiche con cadenza bisettimanale, tutte le volte che vado sono spaesata e confusa, ma soprattutto perdo un sacco di tempo.

domenica 30 novembre 2008

NESSUNA VERITA'

Nessuna verità è l'ultimo thriller di Ridley Scott sulla lotta la terrorismo. Protagonisti tre spie. Leonardo DiCaprio è Roger Ferris, agente della CIA di stazza in Medio Oriente, Russel Crowe è Ed Hoffman, il suo supervisore dall'America, Mark Strong è Hani, capo dei servizi sgreti giordani.



Il film ricostruisce la caccia al terrorista Al-Saleem, la prospettiva principalmente è quella di Ferris, ma la pellicola si regge soprattutto sullo scontro tra i tre "cacciatori", alleati, che non si fidano l'uno dell'altro, accomunati da un obiettivo immediato, ma guidati da diverse ambizioni. La verità è mutevole, ognuno ci gioca, la modifica a proprio vantaggio.

Il film è bello e il grande Leo non delude, sempre una garanzia in quanto a qualità dei film interpretati. Purtroppo non siamo ai livelli di The Departed, qui sembra mancare qualcosa. Forse quell'unità, quella compattezza, che danno al film un senso di opera pienamente compita. Da questo punto di vista i numerosi cambi di location,pur essendo perfettamente funzionali alla storia, necessari, non aiutano.
Ci si trova comunque davanti a un'opera di qualità, che si merita ampiamente i 7,50€ del biglietto del cinema.

TWILIGHT

Sabato scorso, dopo una giornata di studio intenso, senza aer messo il naso fuori di casa, la mia coinquilina mi chiede di accompagnarla al cinema, - voglio vedere il film nuovo quello sui vampiri, deve essere una stronzata, ma carino. E io ingenuamente accetto.



Le cose poitive della serata sono state due:
1- avevo la macchina e sono riuscita a parheggiarla esattamente di fronte all'ingresso del cinema (quindi non abbiamo preso freddo)
2- alla proiezione delle 10.30 eravamo tutti piuttosto grandicelli (tra i 20 e i 30, ovvero niente quindicenni invasate) e tutta la sala era pervasa da questo senso di disagio profondo, tutti ridevano e nel momento del tanto agoniato bacio, dal fondo qualcuno urlò: - Aoh! Ma daglielo!!

Ora passiamo il film che di aspetti positivi ne ha veramente pochi.
Per chi ancora non lo sapesse, la storia ruota attorno a Bella e Edward. La prima è un'adolesente solitaria e sbadata, trasferitasi dalla calda Arizona, dove viveva con la madre, nel posto più piovoso deli Stati Uniti, dal padre, tipo di poche parole (ma molto simpatico per quanto mi rguarda). Lui invece è un vampiro, ovviamente buono, o megli appartenente a una setta di "vegetariani". Si innamorano, ma i problemi sono tanti, in prmis il fatto che lui è un vampiro vorrebbe mangiarsela!

Ora, con un canovaccio del genere, non bisogna essere dei geni per capire che il film è una cazzata e infatti con questa aspettativa siamo andate al cinema, quel che non ci aspettavamo è che fosse fatto così male. I dialoghi irreali e comici anche nei momenti più drammatci, la recitazione poco convinta (per essere buoni), le scene d'azione che infondevano meno adrenalina di Beautiful. Le scene più riuscite erano quelle volutamente comiche, come la visita nella casa dei Cullen (la stetta-famiglia di vampiri vegetariani).

Ci sono poi altri dettagli cha a me non sono piaciuti, ma questo è un giudizio al 100% personale. In primis, l'aspetto un po' emo dei vampiri, che non mi appagava l'occhio, e poi i protagonisti che, soprattutto all'inizio sembrano-sono dei veri e propri diadattati sociali.

In soldoni, è un Moccia in salsa horror, adatto se avete 15 anni e siete femmina. In tutti gli altri casi statene lontani, o se proprio dovete vederlo per cause di forza maggiore, guardatelo con ironia, prendetelo per un film comico e fatevi due risate.



Dopo tutte queste belle parole ci tengo a precisare che se alla fine gireranno i sequel (è tratto da una tertralogia) non ce ne perderemo uno, così per il piacere di farci del male!

venerdì 28 novembre 2008

GRAZIE TRENITALIA...Diario personale, puntiglioso e puntuale di una pendolare settimanale incazzata


28 Novembre 2008

Era da tanto che non prendevo più il treno... Per un motivo o per l'altro era quasi da un mese che la traversata Brescia-Milano e Milano-Brescia la facevo in macchina, sulla drittissima A4, un'unica curva (a Bergamo), su quasi 100 km!

Oggi dunque il mio conflittuale rapporto con le FS ha vissuto un altro momento indimenticabile.
Tutto comincia la mattina, quando mi trascino in bagno e un tic tic costante sui vetri attira la mia attenzione. Apro la finestra per vedere cosa succede fuori, ed eccoli, leggiadri fiocchi bianchi che cadono danzando da un cielo perlato... Cazzo, nevica! Avevano appena revocato lo sciopero in soliderietà al dipendente FS, licenziato per aver selato il segreto di pulcinella: neanche gli Eurostar sono sicuri, ed ecco apparire un'altra ombra che oscura la "lunga" strada verso casa: la neve.
Piena di timori mi faccio prendere da un eccesso di zelo, devo essere assolutamente a casa nel pomeriggio e cerco di prendere il treno il prima possbile. A 12.50 sono in stazione e... sorpresa la ituazione ritardi è più che dignitosa, tutti contenuti tra i 15' e i 30' (con l'eccezione del treno proveniente da Palermo, che aveva le fisiologiche 4h30' di ritardo) e in decrescendo. Purtroppo una volta che TrenItalia non fa grossi danni ci metto del mio... L'Eurostar di 12.55 è pieno (e costa troppo), il regionale di 13.15, non esiste, ma parte direttamente da Lambrate alle 13.20 e in questo modo il primo treno disponibile è quello di 14.05, tariffa 9€.
L'attesa è lunga ed estenuante, prima salgo sui binari, per cercare di capire se ci sono ritardi o che, sulla banchina fumo una sgarette e pian piano la mia temperatura corporea sta lentamente scendendo, le mani iventano due pezzetti di ghiaccio. Rientro nella zona più riparata, ma si gela anche lì. Dopo un po' l'illuminazione geniale, la biglietteria, scendo al piano terra e la situazione migliora leggiermente, poi vedo gli sportelli, un una stanza a parte, riparata. Entro, è il paradiso. Con l'i-pod nelle orecchie mi siedo per terra e nel tepore ritrovata, affiancata dal mio trolley rosa salmone e il mio Eastpak rosso, aspetto che il mio trano arrivi sui binari.
Alle 13.50 ritorno sulla banchina, binario 10 e non appena arrivo, cosa mi trovo davanti, un fantastico Cisalpino. Bello, comodo e pulito, tutto ciò che di solito non sono gli Intercity, verrebbe quasi da dire Dio benedica gli svizzeri, peccato che in Italia sia gestito da TrenItalia, stessa organizzazione, stesso personale, tutto uguale, tranne il risultato.

domenica 23 novembre 2008

ENTRE LES MURS - LA CLASSE

"Laurent Cantet [...] torna ad un argomento che ci riguarda, più o meno direttamente, tutti: la scuola.
Grazie all'esperienza, tradotta in una sorta di diario di viaggio attraverso un anno scolastico, dell'insegnante François Bégaudeau il regista ci aiuta a riflettere su quanto l'equilibrio di una realtà classe (anche non border line)oggi possa rivelarsi estremamente precario.
Dopo un complesso training con i giovani attori presi questa volta non 'dalla strada' ma 'dalla scuola' e scegliendosi come protagonista il Bégaudeau reale, Cantet affronta con piglio da documentarista una realtà che studenti e docenti vivono in modo analogo non solo a Parigi o in Francia. Senza enfasi né retorica il docente e il regista ci mostrano quanto il ruolo di insegnante così come quello di studente siano oggi sempre più complessi e, in qualche misura, da provare a ricostruire dalle fondamenta."



Trailer

Bello, bello, bello!
Era da un po' che non uscivo così soddisfatta da un cinema. Era da una vita che non uscivo da una sala sentendomi "arricchita", con la voglia di commentare quanto visto, di ragionare sui temi presentati dalla pellicola.

La citazione soprastante (tratta da uno dei miei siti prefeiti che raccomando vivamente a tutti, MyMovies), descrive benissimo l'opera: il racconto di un anno scolastico in una scuola media parigina del XX arrondissement. Viene descritta solo la vita scolastica,le lezioni, i consigli di classe e i colloqui, di quel che succede fuori dalle mura dell'istituto non si sa nulla, o meglio si sà qualcosa, ma sempre in modo indiretto, per sentito dire. Quel che succede fuori non è mai mostrato, al più viene raccontato.

Ma veniamo ai motivi che mi hanno fatta innamorare del film.
Innanzittutto, è assolutamente europeo, lontano anni luce dalla retorica americana dell'insegnante-giovane-e-appassionato-che-arriva-in-una-scuola-di-periferia-e-tresforma-una-casse-di-delinquenti-in-un-gruppo-di-premi-plitzer. Qui c'è un bravo insegnante NORMALE, uno che è nella stessa scuola da quattro anni e da quattro anni cerca di insegnare, di instaurare un dialogo con ragazzini svegli, ma disinteressati, proveninti da substrati culturali e familiari profondamente eterogenei. Non ci sono eroi (né mostri), ma uomini di buona volontà, che si scontrano soprattutto con la pigrizia dei colleghi e la resistenza passiva degli adoloscenti.
Di particolare interesse è la rappresentazone dei ragazzi, schietta e sincera. Da un lato gli aspetti tipici dell'adolescenza, gli adolescenti (anche nelle scuole bene italiane) sono tipicamente strafottenti, in una fase di contrapposizione al mondo degli adulti, con cui possono anche dialogare, se opportunamente stimolati, ma sempre in modo teso. E' rappresentato quel limbo tra l'infanzia e l'età adulta, che in realtà è un vero inferno, a volte eccitante, ma comunque sempre terribile. Dall'altra i sono i probleme relativi alla situazione particolare della scuola considerata. La maggior parte degli studenti sono figli di immigrati, alcuni semrano venire da famiglie violente. A scuola si sta insieme, i ragazzi tendono a formare gruppi di provenienza omogenea, ma non è una regola fissa, la suddivisione non è rigida e le tensioni massime si hanno durante la Coppa d'Africa, per ragioni calcistiche.

Ci sono poi alcuni personaggi più approfonditi di altri, tra tutti i ragazzi spiccano Esmeralda e Soulayman. Quest'ultimo è il problema della classe, indisciplinato, non studia e risponde male, la sua è una parabola dicendente, che lo porterà all'espulsione. Il susseguirsi di eventi sfocia nell'atto disciplinare, è un meccanismo perverso (e molto reale), per cui le provocazioni dello studente generano sempre risposte non proporzionali, o insufficienti, oppure percepite dallo studente come eccessive e ingiuste. Il rapporto insegnante-alunno si guasta, tutto quello che dice o fa l'insegnante è considerato in mala fede e lo studente reagisce di conseguenza. L'espulsione è un atto estremo, è la scuola che si arrende, getta la spugna. Il professore non vorrebbe farlo, ma i suoi colleghi decidono per lui. E la domanda resta, se Soulayman non fosse stato espulso sarebbe cambiato qualcosa? In che modo sarebbe riusito a dialogare con il ragazzo?

Ma per una parabola discendente, ce ne sono molte altre in salita,alla fine è così anche nella vita vera, la maggior parte delle persone finisce la scuola ed impara qualcosa. Anche se questa scuola ha molti difetti, in alcuni casi addirittura non riesce a insegnare nulla, non riesce nemmeno a far capire agli studenti perché si trovano lì (è questa la scioccant confessione che una ragazza fa al professore nel finale del film, l'ultimo giorno di scuola).

In conclusione ifine, una nota di stile, è un film girato come se fosse un documentario, in cui recitano i protagonisti reali della storia raccontata. Non è un merito particolare, ma all'interno di un'opera riuscita, questi virtuosismi conferiscono al lavoro un ulteriore valore aggiunto.

giovedì 20 novembre 2008

I Love Death

Bello.
Ho beccato qst video su YouTube e visto che è da un po' che non posto nulla...
La canzone non è male, anche se non conosco il gruppo che la suona.
Il video invece è geniale, grafica semplice, ma caustico, sconsolato, con quello humor nero che fa ridere sulle miserie più profonde della nrmale, banale vita comune.

venerdì 14 novembre 2008

VATTENE AIR FRANCE



Che dire? semplicemente geniale.

Crozza Live è un programma con molti difetti, il più grave è l'incapacità di gestire il tempo di una trasmissione comica. Questo però non toglie nulla alla genialità di Crozzza come attore, che regala ogni volta momenti sublimi.

domenica 9 novembre 2008

ELEZIONI U.S.A.

President-Elect Barack Obama in Chicago

Barack Obama was elected the 44th President of the United States on November 4th, 2008 in Chicago.



Una considerazione veloce su queste elezioni.
Non amo particolarmenete Obama, anche se sicuramente lo preferisco a Mc Cain. Il motivo è semplice. Da un lato il candidato repubblicano, ultraconservatore, con un vice presidente francamente inquietante. Dall'altro un grande "?". Obama era un totale outsider di cui poco si sapeva e in fondo poco si è capito dalla campagna elettorale, gonfia di bei discorsi sugli ideali, sull'America, ma debole nei punti concreti. Macchiavelli sosteneva che il fine giustifica i mezzi, ma in realtà i mezzi determinano il fine, se sò i principi che ispirano una persona, non so nulla, perché:
a) potrebbe non essere in grado di raggiungere gli obiettivi che si pone;
b) potrebbe usare mezzi che reputo inammissibili.

Comunque tra un NO e un ?, anch'io avrei scelto il ?, sperando che in questi 4 anni si risolva per un SI'.

A parte questo il discorso per l'elezione è stato bello, anche perché in quest'occasione i grandi ideali erano più che appropriati.
L'incipit del discorso:
Ciao Chicago!

Se ancora c'è qualcuno che dubita che l'America non sia un luogo nel quale nulla è impossibile, che ancora si chiede se il sogno dei nostri padri fondatori è tuttora vivo in questa nostra epoca, che ancora mette in dubbio il potere della nostra democrazia, questa notte ha avuto le risposte che cercava.

La risposta sono le code che si sono allungate fuori dalle scuole e dalle chiese con un afflusso che la nazione non aveva mai visto finora. La risposta sono le persone, molte delle quali votavano per la prima volta, che hanno atteso anche tre o quattro ore in fila perché credevano che questa volta le cose dovessero andare diversamente, e che la loro voce potesse fare la differenza.

La risposta è la voce di giovani e vecchi, ricchi e poveri, Democratici e Repubblicani, neri, bianchi, ispanici, asiatici, nativi d'America, gay, eterosessuali, disabili e non disabili: tutti americani che hanno inviato al mondo il messaggio che noi non siamo mai stati un insieme di Stati Rossi e Stati Blu. Noi siamo e sempre saremo gli Stati Uniti d'America.

La risposta è ciò che ha spinto a farsi avanti coloro ai quali per così tanto tempo è stato detto da così tante persone di essere cinici, impauriti, dubbiosi di quello che potevano ottenere mettendo di persona mano alla Storia, per piegarla verso la speranza di un giorno migliore.

È occorso molto tempo, ma stanotte, finalmente, in seguito a ciò che abbiamo fatto oggi, con questa elezione, in questo momento preciso e risolutivo, il cambiamento è arrivato in America.

domenica 2 novembre 2008

GRAZIE TRENITALIA...Diario personale, puntiglioso e puntuale di una pendolare settimanale incazzata


Domenica, 2 novembre 2008

Siccome ho detto che il diario sarebbe stato puntuale, due righe le scrivo anche oggi per dire che il viaggio è andato bene.
Il treno Brescia-Milano delle 18.37 è partito ed arrivato puntuale, non debordava di gente né era particolarmente sporco.
Io ho evitato di attentare alla mia vita e qst ha reso il viaggio ancora più piacevole...

sabato 1 novembre 2008

GRAZIE TRENITALIA...Diario personale, puntiglioso e puntuale di una pendolare settimanale incazzata

Venerdì, 31 ottobre 2008


Sono a casa, guardo l'orologio e segna le 14.50. Indosso l'impermeabile prendo borsa e trolley in una mano e l'ombrello nell'altra. Fuori diluvia.
Mi avvio a piedi verso la stazione, arranco sotto l'acqua ricordando i bei tempi in cui a Lambrate ci arrivavo a bordo del 33... (grazie anche a te Atm...)
Arrivo in stazione, compro il biglietto e attraverso il sottopassaggio, fino al caro vecchio binario 5. Lì mi viene un'idea geniale: salgo sulla banchina e mi sposto fino al margine della pensilina che riparava i poveri passeggeri dall'acquazone.
Sul cartellone sono segnati 5' di ritardo, ma non mi importa, in cuor mio sto già gongolando all'idea del mio viaggio da seduta. Infatti, non appena sento l'annuncio dell'arrivo del treno, mi sposto sotto l'acqua, dove non c'è nessuno. Sarò la prima a salire e mi siederò, sono sempre più contenta.
Poi vedo il treno che si avvicina e più si appropinqua più un dubbio mi assale, le carrozze sono quelle deitreni regionali, a due piani, strette, scomode, ma spt con molti più posti per vagone. Il che non significa più posti per tutti, ma semplicemente TRENO PIU' CORTO! e mentre ralizzo questo il treno mi supera, comincio a correre, arrivi alla carrozza di coda, chiusa. la supero e c'è la prima classe e finalmente un impestatissimo vagone di seconda, in cui non c'è un buco...
Morale tutto il viaggio in piedi bagnata e stravolta...

In stazione ciliegina sulla torta: nell'aprire l'ombrello questo si rompe e mi taglia la mano, sanguino un casiono e sul momento non so che fare. Una signora sulla sessantina, che sta parlando al cellulare, mi fissa e sorride, poi mi chiede si mi fa male, io rispondo di sì convinta che mi arebbe aiutato (se non altro con la valigia) e invece se ne va con il suo bl sorriso stampato in faccia! Stronza!

CARI ALLIEVE E ALLIEVI...

Riporto fedelmente (copia/incolla) la lettera inviata dal Magnifico (di titolo e di fatto) Rettore del Politecnico di Milano, Giulio Ballio agli studeni del Politecnico. e' un'analisi puntuale e obiettiva del perché i provvedimenti in materia di università e ricerca di questo governo saranno deleteri, anche per gli Atenei virtuosi (come il Politecnico).



Cari Allieve e Allievi del Politecnico di Milano,
In questi giorni ho ricevuto molti messaggi da parte Vostra.


In essi vi sono domande volte a cercare di comprendere meglio la
attuale situazione, sono espresse preoccupazioni per il futuro di Voi giovani e del nostro Ateneo. Siamo tanti, più di 2.500 fra docenti, tecnici e amministrativi, quasi 40.000 gli allievi: non possiamo certo riunirci tutti. Userò quindi il web per mettere a Vostra disposizione quello che so e che ho imparato in questi anni, presentandovi soprattutto i punti che non sempre appaiono chiari nel confuso dibattito che i media ci presentano. Cercherò di individuare i vostri dubbi e di rispondere alle vostre domande. Presenterò le mie opinioni e il percorso che stiamo intraprendendo, terminerò con alcune conclusioni.

I DECRETI GELMINI


Sulla stampa, in molti striscioni, nelle manifestazioni si richiamano DUE realtà completamente diverse: la proposta del Ministro Gelmini sulla Scuola elementare e la legge 133/08 relativa al contenimento della spesa pubblica, il cui testo ricalca le proposte del Ministro Tremonti. Vi intratterrò soltanto sulla seconda che riguarda anche le Università. La legge 133/08 sul contenimento della spesa riguarda tutte le amministrazioni pubbliche, dai Ministeri alle Regioni, dai Comuni alla Polizia, dalle Università a tutte gli innumerevoli enti che sono prevalentemente finanziati dallo Stato. Le riduzioni previste sono indistinte e colpiscono indiscriminatamente, senza considerare le differenze di funzioni, compiti e risultati delle varie tipologie di amministrazioni. Per quanto è relativo alle Università statali come la nostra, le due conseguenze più rilevanti di questa legge approvata prima dell'Agosto 2008 sono le seguenti: * una riduzione del finanziamento statale al sistema universitario (FFO = Fondo di Finanziamento Ordinario) a partire dal bilancio 2010 (quindi dal 1 gennaio 2010); * la drastica riduzione del turn over (ogni 10 persone che vanno in pensione, ne possono entrare soltanto 2 fino al 2012 e poi 5 dal 2013) * la possibilità di trasformare le università in Fondazioni di diritto privato.

IL FINANZIAMENTO STATALE DEL SISTEMA UNIVERSITARIO


Ogni anno la Finanziaria stabilisce l'ammontare del Fondo di
Finanziamento Ordinario (FFO), cioè i soldi che vanno al Sistema Universitario statale. Questa somma è a disposizione del Ministero che la ridistribuisce fra i differenti Atenei. La somma è cresciuta dal 1995 al 2005 ed è praticamente stazionaria da tre anni. Vale oggi circa 7 Miliardi di euro. La legge prevede una riduzione di circa il 20% in tre anni di tale somma senza considerare che, nel nostro Paese, il finanziamento alle Università è fra i più bassi di Europa. (Basta guardare i dati dell'OCSE). Bisogna combattere affinché tale riduzione non avvenga: ciò è reso difficile non solo dalla situazione economica mondiale che sta peggiorando di giorno in giorno, ma anche dalla disuniformità e dalla credibilità attuale del sistema universitario. Vi sono Atenei che hanno utilizzato bene la loro autonomia ed altri meno bene. Vi sono Atenei che hanno investito per migliorare i servizi agli studenti e le infrastrutture di ricerca, altri hanno soltanto assunto persone, talvolta calpestando il merito di altre. Ma non si può fare di tutta l'erba un fascio, altrimenti si finisce col dire che nulla funziona. Gli effetti del taglio di finanziamento possono essere ricondotti a due tipologie differenti. La prima riguarda quegli Atenei che hanno esagerato nelle assunzioni di personale ed oggi hanno un costo del personale che praticamente mangia tutta la loro dotazione statale (forse avete sentito dire che il rapporto fra spese di personale e FFO di ogni Ateneo non dovrebbe superare il 90%, che vi sono Atenei che hanno superato tale rapporto, che con gli adeguamenti stipendiali questo rapporto continuerà ad aumentare). Questi Atenei, se la legge venisse mantenuta inalterata, sono destinati, chi subito, chi fra due - tre anni a fallire perchè non saranno più in grado di pagare i loro dipendenti. La seconda riguarda quegli Atenei, come il nostro, che, pur avendo aumentato negli anni il loro personale docente, tecnico e amministrativo, sono stati attenti a non caricarsi da impegni di spesa troppo onerosi (il Politecnico di Milano ha spese fisse di personale pari al 67% di FFO a fronte di una media nazionale dell'86%) ed hanno utilizzato la differenza per investimenti in attrezzature, infrastrutture, creazione e miglioramenti dei servizi offerti. Di fronte a un taglio di finanziamento statale, questi Atenei non sono condannati al fallimento, ma dovranno ridurre spese e servizi. Chi, come noi, ha già fatto ogni tipo di razionalizzazione e di economia, dovrà cercare, in tutti i modi possibili, di mantenere la qualità di tutti quei servizi che vi fanno apprezzare il nostro Ateneo. Io confido che, a meno di cataclismi economici, il Governo dovrà rivedere le sue decisioni, almeno nei riguardi di quegli Atenei che hanno dimostrato di saper bene gestire le risorse loro assegnate. Se insisterà nella sua decisione, vorrà dire che il Governo desidera uccidere le nostre università, portando il nostro Paese a diventare vassallo di altre Nazioni, in particolare di quelle che molto stanno investendo in formazione e ricerca.

LA RIDUZIONE DEL TURN OVER


La riduzione imposta dalla legge per il turn over nasce forse da un
ragionamento meramente economico, ma non considera le conseguenze che sono devastanti per tutti. Il ragionamento è il seguente: riduciamo le persone, così riduciamo il costo degli stipendi e quindi compensiamo con tale riduzione il minor finanziamento. A supporto di tale ragionamento si portano i difetti del sistema: modalità di reclutamento non sempre irreprensibili, proliferazione di corsi di laurea istituiti per soddisfare più gli interessi dei docenti che le necessità formative degli allievi, scarsa presenza dei docenti negli Atenei, incapacità di auto governarsi correttamente, autoreferenzialità e mancanza di valutazione dei risultati. In fondo si è contribuito a creare uno slogan che purtroppo sta attecchendo nella opinione pubblica: le amministrazioni pubbliche sono costose e inefficienti, l'università è una amministrazione pubblica, quindi la università è inefficiente e sprecona. E' un ragionamento che combatto da 5 anni e che non è facile da contestare perché l'opinione pubblica è sempre più attenta agli aspetti negativi che le vengono presentati che a quelli positivi. Basta una truffa a un test di medicina in un Ateneo per dire che tutti gli Atenei stanno truffando, basta una assunzione chiacchierata per dire che tutti i concorsi universitari sono truccati, basta dire che una università ha scoperto un buco nel suo bilancio per dire che il sistema delle università pubbliche è fallito. Il gusto della generalizzazione purtroppo ormai caratterizza tutti, molti si accontentano di soli slogan, pochi amano ancora conoscere prima di parlare. La legge è devastante perché colpisce tutti indiscriminatamente e ingiustamente. Chi ha limitato il numero di assunzioni, chi ha fatto una programmazione attenta dei ricambi generazionali viene colpito irrimediabilmente. La legge colpisce drammaticamente tutti i giovani che oggi collaborano a vario titolo con i docenti (dottorandi, post doc, assegnisti di ricerca) e che contavano un giorno non troppo lontano di entrare in una posizione stabile in università. In definitiva si deve combattere per modificare la decisione legislativa perché è profondamente ingiusta, perché taglia le gambe al ricambio generazionale, perché colpisce le aspettative dei giovani, perché va esattamente nel senso contrario al riconoscimento del merito, perché indebolisce in modo irreversibile l'università che, senza l'immissione di giovani, diventerà vecchia e obsoleta nel giro di pochi anni.

LA POSSIBILITà DI TRASFORMARE LE UNIVERSITà IN FONDAZIONI


E' stato detto in molti interventi che l'articolo di legge che
consente alle università statali di trasformarsi in Fondazioni di diritto privato e non dice come e con la partecipazione di chi, che è talmente vago da essere non attuabile, che, con esso, si annuncia un cambiamento di strategia da parte del Governo nei riguardi del sistema della formazione e della ricerca italiano. Vediamo di ragionarci un attimo. Un Ateneo potrebbe trasformarsi in fondazione se, accanto allo Stato, intervenissero dei partners privati disposti a sostenere economicamente l'Ateneo. L'On. Mauro, vice presidente del Parlamento europeo, si è chiesto recentemente in un convegno: dove si può trovare un imprenditore così pazzo da caricarsi l'onere di contribuire finanziariamente alle spese correnti di un Ateneo o di una Scuola che, per definizione, non sono in grado di restituire utili? Quale privato può investire a fondo perduto? Si potrebbe pensare a una Fondazione che veda Stato, Regione, Provincia, Comune insieme a Fondazione Bancarie e Associazioni varie. Ci si dimentica che è necessario una quota di contribuzione privata maggiore del 50% per rendere "privata" una fondazione e quindi per renderla indipendente dalle regole imposte dal contenimento della spesa pubblica (i famosi parametri di Maastricht). E' oggi impensabile che le Fondazioni bancarie si sostituiscano in larga misura allo Stato per finanziare annualmente il sistema della formazione e della ricerca e quindi gli Atenei. Non vi sono altre alternative: in tutto il mondo le Università funzionano perché ricevono il loro prevalente fabbisogno finanziario o dalla Collettività Sociale o dalla contribuzione diretta degli Allievi. Nel primo caso l'Università si caratterizza come pubblica, nel secondo come privata (in Italia la prima è denominata statale, la seconda non statale). Il primo modello considera prevalente il vantaggio di avere formazione e ricerca a servizio della competitività della intera Comunità sociale. Il secondo modello considera prevalente il vantaggio del singolo (allievo o impresa) che riceve la possibilità di incrementare la propria competitività personale. In Europa è sicuramente prevalente il primo modello tanto che la quasi totalità di studenti universitari frequentano università pubbliche (in Italia sono oggi il 94%).

COSA FARE


Resta un anno per cercare di rovesciare la situazione e certamente
non si possono aspettare gli ultimi mesi del 2009 per riuscirvi. D'altra parte è evidente che azioni non coordinate non possono che essere inutili e controproducenti. Credo che ognuno, prima di partecipare ad una qualsiasi iniziativa, dovrebbe ragionare non in base ai propri sentimenti, bensì valutando razionalmente le possibili conseguenze. Mi spiego con un esempio: le attuali manifestazioni spontanee possono essere considerate esaltanti da chi vi partecipa per il loro forte impatto mediatico, ma il monitoraggio delle loro conseguenze sembra dimostrare che nella opinione pubblica sta crescendo il fastidio e quindi il rafforzamento delle posizioni più contrarie alla nostra università. Ciò rende ancora meno condiviso dalla maggioranza dell'opinione pubblica il tentativo di mitigare gli effetti della legge e di mantenere pubblico il nostro sistema universitario. Rende invece più condiviso qualsiasi atto teso a penalizzare i nostri Atenei. Quello che bisogna fare subito, tutti insieme, riguarda soprattutto la politica interna degli Atenei. E' quanto mai necessario che ogni Ateneo risponda, il più rapidamente possibile, alle critiche che vengono mosse in modo generalizzato, o per dimostrare di esserne esente o per modificare i propri comportamenti. Quali sono queste critiche? a) Le Università sono accusate di aver prolificato i corsi di laurea e gli insegnamenti per favorire i desideri dei docenti. Si deve rimodulare la didattica in modo da erogarla sempre più all'insegna del principio della effettiva centralità della formazione dell'allievo e delle sue concrete possibilità di trovare sbocchi lavorativi soddisfacenti. b) Le Università sono accusate di dissipare tempo e soldi in una ricerca inutile e costosa che serve soltanto alla carriera accademica di chi la produce. Si deve promuovere una ricerca sempre più al servizio della competitività internazionale del nostro Paese e quindi ci si deve battere affinché il Governo promuova il riconoscimento della qualità e del merito a seguito di valutazioni attendibili, analoghe a quelle ormai abituali in molti paesi europei. c) Le Università sono accusate di seguire processi poco trasparenti nel reclutamento dei giovani e nell'avanzamento di carriera dei docenti. Si deve promuovere un sistema di valutazione che porti a una qualità certificata da parametri obiettivi e procedure innovative nel reclutamento dei docenti e dell'inserimento dei giovani. d) Le Università sono accusate di aver prolificato a dismisura le loro sedi didattiche. Si deve promuovere una revisione della distribuzione a livello regionale o macroregionale della propria offerta formativa e della ricerca nell'interesse dei territori, anche sviluppando interazioni ed integrazioni forti tra Atenei in un'ottica di complementarietà; e) Le Università sono accusate di avere una visione corporativa nelle proprie modalità di governo. Bisogna testimoniare l'impegno di modificare il proprio assetto di /governance /interno per evitare derive autoreferenziali attraverso una netta separazione tra funzioni di indirizzo delle attività didattiche e scientifiche, e responsabilità di gestione delle risorse; f) Le Università sono accusate di non riuscire a verificare l'impegno dei propri docenti nella didattica e nella ricerca. Ci deve attivare per garantire sempre di più il rispetto di un codice etico di comportamento, anche misurando la produttività dei propri docenti Allora cosa fare verso l'esterno? Bisogna combattere per convincere tutti gli Atenei ad attivarsi in queste direzioni. Bisogna combattere perché alcuni imbocchino questa strada fin da subito, nella speranza di essere di esempio per gli altri. Bisogna mettersi in discussione di fronte al Paese all'insegna della trasparenza e dell'obiettività. Bisogna essere disponibili a confrontarsi con esperti del Ministero dell'Economia e delle Finanze sui propri bilanci e sui criteri di gestione adottati, superando ogni forma di autoreferenzialità. Come vedete bisogna imboccare una strada stretta, difficile e in salita che richiede l'impegno di tutti e soprattutto il rispetto delle Istituzioni di appartenenza. Il Politecnico di Milano, insieme ad altri Atenei, può già dimostrare di essere esente da molte delle critiche che vi ho sopra riportato e di aver già preso la decisione di attuare processi che gli consentano ulteriori miglioramenti. Noi, Rettori di questi Atenei, abbiamo il compito di combattere su diversi tavoli per fare in modo che il Governo possa riconoscere la utilità di queste azioni, per convincerlo a stipulare un "patto di stabilità", cioè un accordo di programma individualizzato Ateneo per Ateneo, che accordi un finanziamento dignitoso a fronte di precisi obiettivi da raggiungere nella didattica, nella ricerca, nella gestione.

CONCLUSIONI


Insieme ad altri Rettori sto combattendo in tutte le direzioni che
Vi ho delineato, ho bisogno dell'appoggio di tutti e soprattutto di Voi allievi. Se dovessero arrivare dal Governo segnali precisi di non disponibilità alla discussione sulla base delle linee che Vi ho indicato, allora sarà chiara la sua volontà di penalizzare anche gli Atenei più aperti al cambiamento ed i loro Rettori saranno costretti ad assumere tutte le iniziative necessarie per evitare la catastrofe dell'intero sistema universitario pubblico del Paese. Non possiamo perdere la battaglia volta a migliorare la competitività internazionale del nostro Paese, competitività necessaria per assicurare un futuro a tutti Voi. Resto a Vostra disposizione per approfondire i temi che più Vi interessano, per confrontarmi con Voi, convinto che soltanto attraverso il dialogo possiamo costruire un futuro sempre migliore del nostro Ateneo.

Giulio Ballio
Rettore




Siccome il testo è abbastanza lungo, per chi volesse scaricarlo e stamparlo, cliccate qui.

LA CACCIA BIPARTISAN AI CONSENSI FACILI


Gian Antonio Stella firma un bell'articolo sul Corriere della Sera, in cui fa un excursus storico sul problema dell'introduzione del concetto di merito nel mondo della scuola.
Il sistema arranca da tempi immemorabili, basti pensare che già nel 1901 H. Bolton King e Thomas Okey scrivevano nel loro libro L'Italia di oggi "Dal 1860 ci sono stati 33 ministri della Pubblica Istruzione, ciascuno desideroso di distinguersi rovesciando l' opera del predecessore. Il danaro è stato lesinato; e lo Stato e i Comuni, prodighi in ogni altra cosa, hanno fatta economia nel più fruttifero degl' investimenti nazionali".
Sempre come ricordato da Stella, l'unico vero tentativo di introdurre un criterio meritocratico (un "premio" in busta paga a un insegnante su cinque) è stato quello di Berlinguer, nel 2000, e scatenò un'insurrezione popolare paragonabile a quella che si sta osservando in questi giorni, allora la parte politica che cavalcava l'onda era la destra.

L'articolo è molto ineressante e lo trovate qui.

L'unica cosa che stella non ha sottolineato a dovere, a mio avviso, è la differenza sostanziale tra la Riforma Berlinguer e il Decreto Gelmini (si tratta di un testo talmente limitato che non può e non deve essere chiamato riforma). Nel primo, l'ex-ministro dell'istruzione aveva dato un'idea organica di ristrutturazione del sistema scolastico e aveva trovato soldi da investire. Quello che stiamo vedendo oggi è semplicemente l'attuazione dei TAGLI decisi con la legge finanziaria, non cambia nulla se non il numero dei docenti, che non verranno ridotti in base al merito, ma semplicemente bloccando il turn-over. La classe insegnante non sarà migliore solo un po' più vecchia e ugualmente mal pagata.

giovedì 30 ottobre 2008

UNO SCONTRO TRA TITANI...

Caterina Guzzanti simula un'esilarante intervista doppia Gelmini-Palin alla trasmissione "Parla con me" di Serena Dandini.

MANIFESTAZIONE

Oggi ha Milano c'è stat una grande manifestazione cui hano partecipato tutte le università pubbliche, Statale, Bicocca, Politecnico (sia Leonardo, sia Bovisa). Non so quanti eravamo, non ho ancora comiciato a leggere la guerra delle cifre sui giornali, però eravamo tanti e la gente ai bordi della strada applaudiva al nostro passaggio.

Alcuni degli slogan più carini, scritti sugli striscioni:
* I matematici contano
* Questra riforma è più irrazionale di √2
* 133 = ∑cazzate
* Resistenza fisica (Bicocca); I fisici fanno resistenza (Statale)
* Agraria inalberata
* I biochimici sono in fermento
* Balle volant, cazzate manent

E da lunedì lezioni in piazza.
Bello vedere che le parti in ausa questa volta sono tutte d'accordo, gli studenti protestano in tanti, anzi tantissimi, i professori gli appoggiano, alcuni addirittura spostano lelezioni, i rettori scrivono lettere di sostegno e indicono sciopere, le mamme portano i bimbi in piazza.
Un po' più triste che questo governo fa stoicamente orecchie da mercante, imponga ai suoi di non farsi vedere per non incitare ulteriori manifestazioni.

Io da studente di un'università privata sono comunque andata a manifestare per tre motivi:
1. io studierò anche in una privata, ma la maggior parte delle persone (che conosco e in generale) frequentano università pubbliche e lo stato dovrebbe innanzittutto salvaguardare il maggior numero possibile di cittadini, quindi se fosse chiamato a scegliere tra università pubbliche e università private avrebbe il dovere morale di supportare le prime;

2.un'organizzazione privata dell'istruzione (così come un'organizzazione privata della sanità) è tale da negare il diritto allo studio, il criterio fondamentale per la distribuzione di quello che diventerebbe un servizio come tutti gli altri sarebbe la capacità di pagare dell'utenza. Oltrettutto l'introduzione di correzioni a questo sistema, quale ad esempio un sistema efficienti di borse di studio che permetta ai meritevoli di frequentare le università più prestigiose, determinerebbe una spesa (se fatta come si deve) molto maggiore a quella attuale. Le rette delle università private si aggirano intorno ai 10 000€ all'anno...

3.sarò pessimista, ma ritengo estremamente improbabile che le università non collegate in modo abbastanza diretto al mondo della lavoro riescano ad attirare donazioni tali da mantenere i bilanci in pari senza aumentare le rette in modo spropositato. Chi darà soldi a facoltà di ricerca pura, come matematica, fisica o chimica, in un paese in cui nessuno si scandalizza degli annuali tagli alla ricerca? Chi finanzierà le facoltà umanistiche, storia filosofia o lettere? Il nostro governo, come al solito, pare vedere la cultura come una velleità, poco consona ai veri uomini d'azione (cm amano definirsi), la prima cosa sacrificabile.

Insomma pur non essendo toccata direttamente dalla riforma, nel senso che nella mia università le cose non cambieranno, questa riforma è indice di una direzione di governo del paese che non condivito e che reputo sostanzialmente dannosa.
Per cui, manifestazione!

martedì 28 ottobre 2008

PROSPERINI
E I VECCHIETTI


Solo due parole veloci, veloci prima di andare a nanna.
La giornata è cominciata bene, in reparto ho cominciato a sentirmi un po' meno imbarazzata e es non propriamente utile, almeno in grado di gestire quasi autonomamente le mansioni di bassa manovalanza, cm togliere i punti o fare le medicazioni. Certo il primo giro continua ad essere inquietante, anzi ora + ke mai grazie all'arrivo del Professorone, il primario dal nome altisonante e i capelli canuti in stile elettroshock, che con una live balbuzia brutalizza lo specializzando di turno. Certo continuano i tempi morti, la pausa-colazione che dura dalle 9 alle 10-10.30 a seconda dello specializzando responsabile per il secondo giro. Però va magli, ormai non siamo più totalmente annichiliti tra di noi e prendiamo l'estenuante pausa cm un momento di cazzeggio, una lunghissima ricreazione in cui ci possiamo rifocillare con un gustoso caffè della macchinetta (probabilmente ottenuto dal limone, vista l'acidità), fare due chiacchere e dopoddicché "divertirci a misurarci tra noi pressione, saturazione e glicemia".

Ma non è qusto a essere degno di nota, la parte clou della giornata si è concentrata nela serata in cui ho accompagnato il mio papà a un evento mondano sponsorizzato BMW. Un po 'una delusione. L'ospite d'onore, Francis Ford Coppola ha fatto un discorso abbastanza sterile in cui ha sottolineato la duplice componente di ogni attività produttiva: l'aspetto pratico e la creatività. Il discorso partiva dalla sua esperienza personale, dal fatto che l'aspetto pratico ha dominato la sua carriera cinematografica e che per reazione nella sua attività imprenditoriale come produttore di vino cerca di dare più spazio possibile ai creativi.
Ma nenche questo è il motivo per cui voglio scrivere di qst giornata. Il motivo è un altro, un uomo, con un nome e un cognome, PierGianni Prosperini -la forza del nord. Folcloristico "assessore a tutto" (in un momento della serata così è stato chiamato) fascista. Accompagnato da una triste e silenziosa bionda ucraina, volgare e ignorante, sborone, seppur dotato di una certa ironia. Sembra la caricatura del politico provinciale di destra, invece è da più di vent'anni che è eletto, che ci governa e che noi lo manteniamo. E' stato agghiacciante, nn sto esagerando. Tra un sorriso di circostanza e una risata un po' più sincera, il sangue nelle vene raggelava ogni volta che realizzavo che questo qui partecipa al governo della regione...
Ancora peggio, chi lo circondava (con rare eccezioni) sembrava ancore peggio, personaggi di un viscidume e di una falsità da film di Virzì.

E' tardi, andiamo a nanna, che tra 7 oree mezza sarò di nuovo tra i miei vecchini moribondi, che non sembrano neanche più degli strani alieni, cominciano a diventare delle persone, persone che stanno affrontando una malattia terribile, la cui cura è quasi peggio, persone che il più delle volte nn si lamentano, persone che in generale sto cominciando a rispettare e ammirare qnt i medici, cui vorrei assomigliare da grande.

domenica 26 ottobre 2008

L'infedele (20.10.08)-Integrazione e classi ponte

Si commenta da solo...
Formula uno contro tutti.
Da un lato insegnanti e genitori, che portano testimonianze molto interessanti, su come sono realmente le cose e di cosa ci sarebbe bisogno per affrontare al meglio il discorso dell'integrazione a scuola, dall'altro Cota che ripete per tutta la puntata la stessa frase!

Per vedere il resto della tasmissione cliccate qui.

sabato 25 ottobre 2008

TUTTE LE LEGGI SULLA SCUOLA

In queste ultime settimane il mondo della scuola è in subbuglio. Manifestazioni ed occupazioni arrivano con cadenza annuale nei licei italiani, a volte per la guerra (quando ne scoppia una) più spesso per la finanziaria, o meglio per la riforma della scuola (che curiosamente si ripropone ad ogni legislatura con una costanza paragonabile alle okkupazioni dei diciottenni..).
La scuola è sempre un tema caldo, i motivi sono vari e vanno dal fatto che agli studenti piace protestare (e quindi un motivo tendenzialmente lo trovano sempre), fino alla capacità dei governi di destra e di sinistra di esprimere il peggio di sé su questo argomento, con continui aggiornamenti che dimostrano il triste detto Al peggio non c'é mai fine.
Ma questa volta c'è qualcosa di diverso. Questa volta protestano tutti, gli studenti, certo, ma anche i professori, le maestre e i genitori, insomma, pare che l'intero mondo della scuola dia un giudizio negativo ai provvedimenti del governo Berlusconi.

Guardiamo quindi questi provvedimenti.

FINANZIARIA 2009
gli interventi che riguardano il ministero dell'istruzione, università e ricerca

Da questa legislatura la manovra economica avrà valenza trinnale, i progetti verrano quindi attuati nell'arco di tempo 2009-11. Sono previsti tagli ai ministeri per un totale di 15,6 miliardi di euro (di cui 8,4 nel2009). La ripartizione sarà:
Ministero Tesoro: 3 miliardi nel 2009 + 5,89 miliardi nel 2011.
Ministero dello Sviluppo economico: 2,25 miliardi + 4,31 nel 2011
Ministero delle Infrastrutture: 519 milioni + 770 milioni nel 2011
Ministero della Difesa: 503 milioni + 834 milioni nel 2011
Ministero dell'Istruzione: 447 milioni + 790 milioni nel 2011
Ministero dell'Interno: 413 milioni il prossimo anno + 798 nel 2011.

Gli articoli espressamente diretti al MIUR sono tre:
  • ARTICOLO 15 - Costo dei libri scolastici - il contenimento dei costi per le famiglie saà ottenuto in due modi, imponendo il blocco delle riedizioni per cinque anni e favorendo l'adozione di libri disponibili sia in versione cartacea, sia on-line. Il ministero stabilirà caratteristiche tecniche (es.: peso); tecnologiche (e-book) e il prezzo di testi, il contenuto deve seguire le indicazioni dei piani di studio. Per l'università queste norme valgono solo come principi ispiratori.
  • ARTICOLO 16 - Facoltà di trasformazione in Fondazioni - questo è l'articolo più complesso (per cui se volete informazioni dettagliate cliccateci sopra e leggetelo). In sintesti l'articolo stabilisce che "le Università pubbliche possono deliberare la propria trasformazione in fondazioni di diritto privato (comma1)" diventando in tal modo fondzioni universitarie, che si identificano come "enti non commerciali e perseguono i propri scopi secondo le modalità consentite dalla loro natura giuridica e operano nel rispetto dei principi di economicità della gestione" per i qualli "non è ammessa in ogni caso la distribuzione di utili (comma4)". Il finanziamento sarà in parte pubblico, in parte sostenuto da donazioni private (comma5 e 9) e "in caso di gravi violazioni di legge afferenti alla corretta gestione della fondazione [...], il ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca nomina un Commissario straordinario, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica (comma 12)"
  • ARTICOLO 17 - Progetti di ricerca di eccellenza - trasferimeno delle risorse pubbliche destinate alla Fondazione Iri (chiusa il 1° luglio 2008) alla Fondazione Istituto italiano di tecnologia, con il fine di realizzare "programmi per la ricerca applicata finalizzati alla realizzazione, sul territorio nazionale, di progetti in settori tecnologici altamente strategici". Fa eccezione il patrimonio storico e documentale, che sarà attribuito "a una società totalitariamente controllata dallo Stato che ne curerà la conservazione".

DECRETO-LEGGE: Disposizioni urgenti in materia di istruzione e università. (28/08/08)

Art.1 -Cittadinanza e costituzione - praticamente rende obbligatori corsi d'aggiornamento su questo tema per tutti gli insgnanti del primo e secondo ciclo. Non sono stanziate per l'attuazione risorse straordinarie (né economiche, né umane).

Art. 2. Valutazione del comportamento degli studenti - il comportamento (inteso in senso lato) sarà oggetto di giudizio in sede di scrutinio. Il voto, espresso in decimi, farà media e se insufficiente determinerà la bocciatura dello studente.

Art.3 - Valutazione del rendimento scolastico degli studenti - reintrodotto il voto in decimi per entrambi i cicli. Non si è ammessi se non si raggiunge la sufficienza in tutte le discipline (o gruppi disciplinari).

Art.4 - Insegnante unico nella scuola primaria - le classi della scuola primaria saranno affidate ad un unico maestro con orario pari a 24h settimanali (le ore aggiuntive necessarie per far fronte a orari prolungati saranno retribuite come straordinari).

Art.5 - Adozione libri di testo - l'adozione dei liri deve tendenzialmentte essere quinquennale e privilegiare i testi a cui l'editore si è impegnato a non apportare modifiche in suddetto periodo.

Art.6 - Valore abilitante della laurea in scienze della formazione primaria - la laurea ha valore di Esame di stato per l'abilitazione all'insegnamento nelle scuole d'infanzia e nella scuola primaria (asilo ed elemenari).

Art.7 - sostituzione dell'articolo 2, comma 433, della legge 24 dicembre 2007, n.244 - è ora possibile accedere alle scuole di specializzazione mediche anche prima di aver sostenuto l'esame di stato, a patto che questo sia superato entro la data di inizio delle attività didattiche.

Art.8 - Norme finali - l'attuazione non comporterà spese aggiuntive per lo stato (anzi farà risparmiare un bel po' di soldi, aggiungo io...)


Le classi-ponte: la mozione del capogruppo alla camera della Lega Nord Roberto Cota

Siccome il testo della mozione è in gran parte costituito dalle premesse, ma la parte propositiva è breve e relativamente chiare, vi ripropongo il testo integrale dell'ultima parte (come sempre per leggere tutto basta cliccare sul titolo):
  • a rivedere il sistema di accesso degli studenti stranieri alla scuola di ogni ordine e grado, autorizzando il loro ingresso previo superamento di test e specifiche prove di valutazione;
  • a istituire classi ponte, che consentano agli studenti stranieri che non superano le prove e i test sopra menzionati di frequentare corsi di apprendimento della lingua italiana, propedeutiche all'ingresso degli studenti stranieri nelle classi permanenti;
  • a non consentire in ogni caso ingressi nelle classi ordinarie oltre il 31 dicembre di ciascun anno, al fine di un razionale ed agevole inserimento degli studenti stranieri nelle nostre scuole e a prevedere, altresì, una distribuzione degli stessi proporzionata al numero complessivo degli alunni per classe, per favorirne la piena integrazione e scongiurare il rischio della formazione di classi di soli alunni stranieri;
  • a favorire, all'interno delle predette classi ponte, l'attuazione di percorsi monodisciplinari e interdisciplinari, attraverso l'elaborazione di un curricolo formativo essenziale, che tenga conto di progetti interculturali, nonché dell'educazione alla legalità e alla cittadinanza:
    • a) comprensione dei diritti e doveri (rispetto per gli altri, tolleranza, lealtà, rispetto della legge del paese accogliente);
    • b) sostegno alla vita democratica;
    • c) interdipendenza mondiale;
    • d) rispetto di tradizioni territoriali e regionali del Paese accogliente, senza etnocentrismi;
    • e) rispetto per la diversità morale e cultura religiosa del paese accogliente;
  • a prevedere l'eventuale maggiore fabbisogno di personale docente da assegnare a tali classi, inserendolo nel prossimo programma triennale delle assunzioni di personale docente disciplinato dal decreto-legge n. 97 del 2004, convertito con modificazioni, dalla legge n. 143 del 2004, alla cui copertura finanziaria si provvede mediante finanziamenti da iscrivere annualmente nella legge finanziaria.

Per i miei commenti sarete costretti ad aspettare il prossimo post, ma un'idea ve la potete fare leggendo alcuni post vecchi taggati Scuola o Gelmini o cercando su YouTube la puntata dell'Infedele (la7 - lunedì 20 ottobre 2008) in cui Cota affronta genitori e insegnanti, secondo la formula dell'uno contro tutti.

sabato 18 ottobre 2008

TRA PIANTI E RISA

I commenti dei comici sull'ultima settimana. A volte viene da pensare, per fortuna he ci sono loro...

Maurizio Crozza
Alla ricerca degli economisti

Ballarò - 14.10.08


Come l'anno scorso, Crozza fa il cappello introduttivo a Ballarò.
Nel mirino, la crisi dei mercati finanziari, Bush e Berlusconi, l'invecchiamento della popolazione in Liguria (e in Italia), Fassino e la sinistra, Gasparri e AN.

Alcune citazioni...

Come non si trova un ateo al capezzale di un morto, così non si trova un fautore del mercato nel mezzo di una crisi finanziaria.

In Liguria ci stiamo lasciando morire piano piano, come la Sinistra Arcobaleno. ... a Genova siamo così vecchi, che nelle discoteche invece dell'extasi spacciano la pera cotta, ci sono le cubiste che ballano vestite da capo sala, c'hanno un catetere qui, appena uno sta male, tum, te lo mettono.

Senta Fassino da oggi in Italia c'è YUODEM, non è una malattia, neppure un dentifricio, è la nuova televisione del partito democratico. La nuova televisione del partito democratico. Fassino avete capito male, era opposizione, non televisione. Fare opposizione, non fare televisione.

Bravo La Russa, mi è piaciuto, quando ha detto che i cori a Sofia sono stati una vergogna, è vero, ai vostri tempi Gasparri, quando li cantavate voi, eravate molto più intonati.


Antonio Albanese
Il "Ministro della PAURA" col "sottosegretario all'angoscia"

Che tempo che fà - 18.10.08


Albanese è un comico surreale, un poeta dell'assurdo. Nel sabato di Fazio ci regala l'esilarente Ministro della Paura, con tanto di "r" moscia e maschera in stile Hannibal Lectar. Controparte dell'economista Pier Peter, che nel 2005 incuteva ottimismo dagli studi di Mai dire Lunedì.

Alcune citazioni...

Sì la solita domanda, la crisi dei mercati, l'oscillazione delle borse, quanto le devo dire che questo è un panico che non è vero, che non esiste. Perché? Perché il panico ha senso quando c'è l'incertezza, qui non c'è nessun tipo di incertezza, moriremo di fame!

E dove c'è il ministro alla paura c'è anche il sottosegretario all'angoscia, non è fantasico? Era una soubrette!

Devi stare attento agli Arabi, loro credono solo nel loro Dio e nel loro commercio. Ho pensato, come i Veneti, tanto vale aver paura dei Veneti che sono più a portata di mano.

Il vero problema non è il riscaldamento globale, ma il raffreddamento locale: gli spifferi, una tragedia sottovalutata.

Luciana Littizzetto
Marasma al governo

Che tempo che fà - 19.10.08


Geniale e spumeggiante, come smpre, Luciana Littizzetto chiude la settimana da Fazio a Che tempo che fa. Questa settimana: i divulgatori scientifici (ovvero come si possa essere totalmente avulsi dalla realtà), la cosa rossa (ultimo capitolo della saga l'horror e la politica italiana) e il preservativo spray (nella rubrica, come sprecare intelligenze e risorse economiche per invenzioni totalmente inutili).

Alcune citazioni (a dire il vero poche, ma sarebbero 16 min, da trascrivere integralmente)...

[I membri del governo] hanno lo stesso effetto del brodo di gallina, la colite!

Non dovete cambiare perché non siete cpai, dovete andare via!

E' arrivato il preservativo spray, ai presente l'Autan? Lo spruzzi sul pungilione!
SCRUBS

Oggi è finita la mia prima settimana in chirurgia addominale con la blasonata carica di studente del quarto anno.
E' come essere in un musical, senza colonna sonora. La routine sembra un balletto. I primi ad entrare in gioco, come a teatro, sono i tecnici, gli operai addetti alla scenografia o alle luci, nel nostro caso gli infermieri, che dalle 7 cominciano a girare per le stanze del reparto. Lavano i pazienti e le camere, fanno prelievi, controllano temperatura, pressione, saturazione. Fanno il loro giro, preparano la strada agli attori.
Alle 8 in punto comincia il balletto introduttivo.
Entrano in scena tutti attori principali, secondari, figuranti e comparse. E cominciano a girare vorticosamente, in fila indiana entrano in ordine di importanza nella stanza, si fermano un poco, parlano del malato, lui è quasi una non-presenza, c'è ma è come se non ci fosse, a volte non c'è nemmeno e va bene uguale. Intanto 20-25 persone tra chirurghi, specializzandi quasi specializzati, specializzandi appena laureati, studenti interni ed esteni affollano per qualche attimo una piccola stanza surriscaldata. I cambi di scena si susseguono rapidissimi. Entri, pausa (letto n°1), un passo indietro, pausa (letto n°2), piroetta su se stessi e si aspetta il turno per uscire di scena, l'ordine è lo stesso dell'entrata, neanche i ballerini del Bolshoi di Mosca sono così coordinati. Tutto finisce in mezz'ora.
A questo punto il lungo intermezzo. L'attività di reparto. Il secondo giro, di solito con i soli specializzandi. Alcuni sebbene alle prime armi, sono già personaggi con del potenziale, interpreti secondari ma destinati a uno spin-off tutto loro. C'è la capetta in seconda, brava e un po' ingobbita, nonostante la giovane età. Alcuni sono personaggi curiosi, come il siculo dalla testa piatta che non ha ancora deciso se gli rompi i coglioni o susciti in lui un senso di pietà che lo induce, raramente a dirti qualcosa o a farti fare qualcosa e comunque non è per nulla disturbato da questa dissonanza, che non c'è, perché sa benissimo che gli stai rompendo i coglioni. Quegli strani elementi che apparentemente girano senza far nulla. Quelli che si ricordano ancora bene l'esperienza traumatica che stai vivendo, ti tempestano di informazioni e la rendono ancora più traumatica.
I quattro leading actors si vedono poco, tenendosi pronti per il gran finale, c'è quello coi capelli bindo-grigio, gli occhi azzurri e la faccia da stronzo. Quello con gli occhi scuri,i capelli neri, abbronzato e con la faccia da stronzo. Il Cesaroni (perché assomiglia ad Antonello Fassari), rossiccio e con la faccia da stronzo, che ha regalato un duetto scurrile e violento, un esercizio di stile del regista, che ha evidentemente omaggiato Tarantino, con Shiga (o Shighella), il giappa, che nonostante gli evidenti problemi con l'italiano è tra i più propensi a comunicare. E poi c'è il tuo responsabile, un tipo simpatico con la faccia da pesce sorridente, che ogni tanto compare, in stile magica visione o deus ex machina.

E tu intanto sei lì che osservi, timidamente cerchi di capire se c'è qualcosa che puoi fare. Ti stufi. Osservi tutto il circo che intorno a te si muove, immaginandoti un giorno nell'ingranaggio. Ti domandi perché quella tua compagna di corso è già nell'ingranaggio e ti poi ti ricordi che è perché l'anno scorso le hai firmato le presenze alle lezioni con obbligo di frequenza, mentre lei in questo ingranaggio ci entrava.

Cominci a vedere gli altri studenti. Chi spaesato, chi annoiato, chi ha già deciso che nella vita farà tutt'altro, chi entusiasta racconta ogni sua prodezza (togliere qualche punto, medicare qualche ferita), chi si da da fare, chi arriva ore prima, chi è in cronico ritardo.

In tutta questa confusione, quasi ti dimentichi che ci sono anche i pazienti, ma poi un signore particolarmente sofferente o una moglie triste e gentile, ti ricordano in un lampo che tu sei un figurante, loro sono il centro del canovaccio, spesso non hanno tante battute, ma senza di loro non ci sarebbe la storia.

Ti accorgi che questo non è E.R., è Scrubs!

domenica 12 ottobre 2008

BROTHERS&SISTERS E' TORNATO! LA NUOVA STAGIONE, LA FAMIGLIA E HEGEL

Il 28 settembre la Abc ha trasmesso la prima puntata della 3a stagione di Brothers and Sisters. I Walker e la loro miscela esplosiva di segreti sono tornati! E io non vedevo l'ora.


Quello che mi a fatto innamorare di questo telefilm è il mix ben bilaciato tra serietà e frivolezza, tra una trama da soap (segreti, appunto, amori e affari) e la riflessione su temi importanti ed attuali, sostenuta attraverso il ritratto di una famiglia molto unita nelle sue diversità.
C'è poi tutto il corollario tipico dei telefilm americani, che ormai sono sempre più spesso prodotti di grande qualità e innovazione (molto più dei film), sia dal punto di vista tecnico che contenutistico. Personaggi ben caratterizzati, mai banali e molto diversi l'uno dall'altro, cast stellare (soprattutto quello femminile con Sally Field e Calista Flockhart in testa, ma anche Rachel Griffiths, da Six feet under, per cui ho una specie di adorazione), tematiche importanti, che spaziano dalle nuove forme familiari, all'infertilità, alla droga e alla guerra, tutto questo rende lo show godibile e stimolante insieme.

Durante il lancio pubblicitarioera stata posta una grande enfasi sul contenuto politico della serie, sulla contrapposizione tra repubblicani e democratici in seno alla famiglia. Tutto sommato questo è l'elemento più debole. Nella prima stagione ha avuto una certa importanza, trovando espressione nel combattuto rapporto tra la matriarca Nora, democratica, e la figlia Kitty, repubblicana, soprattutto in relazione alla decisione del figlio più piccolo, Justin, di arruolarsi e partire per l'Iraq. Qusto tema è stato via via abbandonato dagli sceneggatori, nella seconda stagione, l'elemento pubblico si concretizzava nella corsa per la candidatura alle presidenziali del senaore Robert McCallister, marito di Kitty, ma ormai non provoca alcun tipo di scontro in famiglia e verso la fine la storia della coppia comincia a concentrarsi sul desiderio di aternità frustrato di Kitty, lasciando il contenuto politico dello show a zero.

Sicuramente la tematica centrale è la famiglia, che viene approfondita e sviscerata, con alla base una teoria organica di nuovo modello familiare in grado di integrarsi con la società contemporanea senza sembrare anacronistico. Lo spettacolo mostra che le nuove forme familiari, da alcuni considerate un'aberrazione contemporanea, una distorsione della famiglia nucleare nata nell'800 con la borghesia, possano integrarsi in modo efficace all'interno di una forma di famiglia ancora più arcaica, una forma di famiglia allargata tipica della società contadina, in cui i figli rimangono in casa anche dopo essersi sposati, rimangono per l'appunto fratelli e sorelle e solo in un secondo momento, mariti, mogli, madri, padri o fidanzati.
I temi di attualità affrontati sono tanti: il tradimento, figli naturali e paternità, l'inseminazione artificiale, l'adozione, l'omosessualità, il divorzio, madri singol e lavoratrici, la droga sono solo i principali, quelli che ricorrono più spesso. Eppure il modello proposto è arcaico. Io trovo questa distonia di fondo affascinante.
Di fatto, i Walker non vanno d'accordo, ma nei momenti di difficoltà vera, si appoggiano incondizionatamente. Questo appoggio cieco è determinato da un concetto di famiglia intesa in senso olistico, per cui il valore del gruppo è superiore a quello della semplice somma dei singoli componenti. La famiglia si presenta come un'entità trascendentale, i Wolker esistono a prescindere dall'esistenza dei singoli membri, ciascuno di loro sente di appartenere a un'entità superiore, cui è dovuto un certo grado di fedeltà. Questo ha due conseguenze fondamentali, una positiva, l'altra meno. Cominciamo da quella negativa, perché ci piace fare i guasta feste... Ha un nome complicato ed è stata inventata da un sociologo Edward C. Banfield, ovvero familismo amorale, in due parole è quel fenomeno, tipico della struttura familiare contadina, per cui se scopri che tuo fratello ha ucciso un uomo non lo denunci, perché è tuo fratello. La famiglia si identifica come valore supremo, al di sopra dello Stato, della legalità o della giustizia. Quella positiva, ovviamente enfatizzata dal telefilm, è invece l'estrema tolleranza che potenzialmente una simile organizzazione può riservare ai suoi membri (ci tengo a sottolineare il potenzialmete, non sto sostenendo che queste famiglie quando erano diffuse erano tolleranti). La famiglia nucleare è formata, per definizione, da mamma, papà e figli. Non sono ammesse variazioni sul tema, al massimo i figli possono non esserci. Nella famiglia allargata il legame è un legame di appartenenza, per lo più basato sul sangue, ma non necessariamente (vedi il personaggio di Rebecca), per cui i suoi membri non sono tenuti a rispettare particolari codici di comportamento, per essere ammessi a farne parte. Nessuno viene rifiutato, tutti gli atti compiuti sono compresi o perdonati a seconda dei casi. Di fatto, i Wolker sono una reinterpratazione moderna di un modello familiare arcaico, in cui paradossalmente all'oppressione che lo caratterizzava, poiché rimaneva sotto la guida egemonica del capofamiglia, si sostituisce una nuova forma di libertà, che non sfocia nell'isolamento e nelle restrizioni tipiche della famiglia nucleare.
Il discorso può essere interpretato anche secondo la tradizionale triade della dialettica hegeliana. La famiglia tradizionale (quella contadina) è la tesi e fa perno sul concetto di appartenenza, l'antitesi è la famiglia nucleare, che contrappone all'appartenenza il concetto di autonomia e indipendenza, avendo però una definizione molto precisa e limitata. I Wolker sono infine la sintesi, in cui il concetto di autonomia viene superato e reinglobato, coniugato con quello iniziale di appartenenza.

La prima puntata di questa nuova stagione è spumeggiante. I nodi creati nelle ultime puntate della seconda stagione (che sono state un po' frettolose, risentendo sicuramento dello sciopero degli seneggiatori) vengono al pettine e ci regalano un paio di scene corali che sono sicuramente la cosa più bella di questo telefilm.



Il titolo Glass Houses fa riferimento alla villa a Laguna prestata a Kevin dal suo capo, favore di solito concesso ai futuri soci dello studio legale, in cui la famiglia Wolker si trova a passare il week end. E' anche metafora di quel che succede. I castelli di bugie che questa famiglia costruisce, in parte per pusillanimità in parte per proteggersi l'un l'altro, e che finiscono immancabilmente per essere scoperti, per crollare in modo disastroso. Tutti arrivano a Laguna nascondendo qualcosa e tutti verranno scoperti.

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  • il sito ufficiale della Abc, trovi cenni sui contenuti e soprattutto notizie aggiornatissime sulla messa in onda americana;
  • la voce di wikipedia, in inglese (molto più completo) o in italiano;
  • sul sitoIMDb, dove trovi tutti i dati tecnici a cui puoi essere interessato e le recensioni degli utenti;
  • Serialmente, ottimo sito italiano sui telefilm in lingua inglese, recensiti in contemporanea con la trasmissione in patria (U.S.A. o U.K.).
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