giovedì 30 ottobre 2008

MANIFESTAZIONE

Oggi ha Milano c'è stat una grande manifestazione cui hano partecipato tutte le università pubbliche, Statale, Bicocca, Politecnico (sia Leonardo, sia Bovisa). Non so quanti eravamo, non ho ancora comiciato a leggere la guerra delle cifre sui giornali, però eravamo tanti e la gente ai bordi della strada applaudiva al nostro passaggio.

Alcuni degli slogan più carini, scritti sugli striscioni:
* I matematici contano
* Questra riforma è più irrazionale di √2
* 133 = ∑cazzate
* Resistenza fisica (Bicocca); I fisici fanno resistenza (Statale)
* Agraria inalberata
* I biochimici sono in fermento
* Balle volant, cazzate manent

E da lunedì lezioni in piazza.
Bello vedere che le parti in ausa questa volta sono tutte d'accordo, gli studenti protestano in tanti, anzi tantissimi, i professori gli appoggiano, alcuni addirittura spostano lelezioni, i rettori scrivono lettere di sostegno e indicono sciopere, le mamme portano i bimbi in piazza.
Un po' più triste che questo governo fa stoicamente orecchie da mercante, imponga ai suoi di non farsi vedere per non incitare ulteriori manifestazioni.

Io da studente di un'università privata sono comunque andata a manifestare per tre motivi:
1. io studierò anche in una privata, ma la maggior parte delle persone (che conosco e in generale) frequentano università pubbliche e lo stato dovrebbe innanzittutto salvaguardare il maggior numero possibile di cittadini, quindi se fosse chiamato a scegliere tra università pubbliche e università private avrebbe il dovere morale di supportare le prime;

2.un'organizzazione privata dell'istruzione (così come un'organizzazione privata della sanità) è tale da negare il diritto allo studio, il criterio fondamentale per la distribuzione di quello che diventerebbe un servizio come tutti gli altri sarebbe la capacità di pagare dell'utenza. Oltrettutto l'introduzione di correzioni a questo sistema, quale ad esempio un sistema efficienti di borse di studio che permetta ai meritevoli di frequentare le università più prestigiose, determinerebbe una spesa (se fatta come si deve) molto maggiore a quella attuale. Le rette delle università private si aggirano intorno ai 10 000€ all'anno...

3.sarò pessimista, ma ritengo estremamente improbabile che le università non collegate in modo abbastanza diretto al mondo della lavoro riescano ad attirare donazioni tali da mantenere i bilanci in pari senza aumentare le rette in modo spropositato. Chi darà soldi a facoltà di ricerca pura, come matematica, fisica o chimica, in un paese in cui nessuno si scandalizza degli annuali tagli alla ricerca? Chi finanzierà le facoltà umanistiche, storia filosofia o lettere? Il nostro governo, come al solito, pare vedere la cultura come una velleità, poco consona ai veri uomini d'azione (cm amano definirsi), la prima cosa sacrificabile.

Insomma pur non essendo toccata direttamente dalla riforma, nel senso che nella mia università le cose non cambieranno, questa riforma è indice di una direzione di governo del paese che non condivito e che reputo sostanzialmente dannosa.
Per cui, manifestazione!

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