venerdì 26 settembre 2008

Burn After Reading

Burn After Reading, in Italia tradotto in A Prova di Spia, è l'ultima fatica dei fratelli Coen. E' anche il capitolo conclusivo della trilogia dell'idiota, scaturita dalla collaborazione con George Clooney, che con loro ha già recitato in Fratello dove sei?, rivisitazione tragicomica del viaggio di Ulisse, e in Prima ti sposo, poi ti rovino, commedia rosa sarcastica e sconsolata, in tipico stile Coen.


La vicenda narrata ruota intorno a un CD che contiene le memorie di un ex-agente della CIA, Osbourne Cox. Smarrito in una palestra, le preziose informazioni finiscono nelle mani di due istruttori, i quali cercano di ricavarne dei soldi, ma finiscono in giochi più grandi di loro.
Il plot è quello di un tipico thriller, quei film ad alto tasso di adrenalina, che possono tradursi o in un filmaccio tv, oppure, in mano a un buon regista, in un prodotto solido, che incolla lo spettatore alla poltrona per un paio d'ore.
Nelle mani dei fratelli Coen invece i toni diventano quelli della commedia, grazie a una galleria di personaggi surreali, resi da interpreti straordinari (in questo colore gli spoiler).
[Qui mi si conceda una divagazione sul nostro cinema, ma sentitevi liberi di saltarla: gli attori americani sono dei giganti rispetto ai nostri. Sono versatili. I "grandi" attori del nostro cinema interpretano sempre la stessa parte, da Castellitto alla Buy a Silvio Orlando. Paragonate mentalmente la galleria di personaggi di Brad Pitt a quella di Orlando, che ha vinto la Coppa Volpi a Venezia 2008. Il primo ha interpretato il bel tenebroso in polpettoni romantici, il poliziotto e l'organizzatore di incontri di box clandestina, il matto, fino, con questo film, a un idiota da cinema demenziale. Tutti i ruoli del secondo si esauriscono in una tipologia umana: lo sfigato. Fine dello sfogo].
Passiamo in rassegna i personaggi principali (più o meno in ordine di apparizione).
  1. Osbourn Cox (John Malkovich), agante della CIA, grado di sicurezza tre (non altissimo), si licenzia all'inizio del film, perché è declassato dai sui superiori e decide, per ripicca di scrivere delle memorie che contengono tutte le informazioi riservate di cui è a conoscenza. E' un uomo squallido, d'aspetto e d'indole. Stronzo, spocchioso e indolende, nel finale si lascia andare a una collera cieca. ACCIDIA e IRA
  2. Katie Cox (Tilda Swinton), è la moglie di Malkovich e amante di Clooney. Superficialmente è una stronza (decide di mollare il marito non appena lui resta senza lavoro, per paura di doverlo mantenere, costringendo l'amante, di cui non è innamorata, a mettersi con lei), in realtà rappresenta la totale assenza di sentimenti. Non è un personaggio carico di odio o rabbia, non è portatrice di un'emotività negativa, ma di una totale a-emotività. E' un desterto di ghiaccio e l'interpretazione della Swinton, algida nel fisico e nello sguardo, è semplicemente sublime. AVARIZIA
  3. Harry Pfarrer (George Clooney), è un farfallone. E' sposato con una moglie apparentemente dolce, che scrive libri per bambini, ma che si rivelerà tanto stronza quanto la Swinton (bello il fatto che le due si descrivano con le stesse identiche parole: stronza spocchiosa) e ha un'amante fissa. Nei confronti di queste due donne è succube e dipendente. Ha poi diverse amanti occasinali, contattate attraverso un sito di appuntamenti, con le quali recita un copione collaudato e stereotipato, che sembra accontentare tutti. Di fatto è il personaggio con più rapporti interpersonali, ma non riesce a comunicare con nessuno, asservendosi alle personalità più forti di lui e mascherandosi davanti a quelle deboli. Si accontenta del sesso e di costruire giochi erotici da mostrare on orgoglio. LUSSURIA
  4. Linda Litzke (Frances McDormand) istruttrice della palestra sulla quarantina, deve reinventare sé stessa e lo vuole fare attraverso quattro interventi di chirurgia plastica (lifting, liposuzione a braccia, culo e pancia). Questo è quanto c'è da dire di lei. Questo è quello che vuole all'inizio del film, questo è quello che vuole alla fine del film. Quello che accade, e a lei succede di tutto non la cambia minimamente, è totalmente insensibile al mondo esterno, che non vede, se non quando le offre una possibilità per realizzare la sua ossessione e comunue non enra mai in empatia con esso. VANITA' e INVIDIA
  5. Chad Feldheimer (Brad Pitt) istruttore della palestra e amico della McDormand. E' stupido. E' talmente idiota da sembrare il personaggio di un film demenziale. Pitt è bravissimo, auto-ironico e divertentissimo. In un'intervista ha dichiarato: "Quando mi hanno chiamato per propormi la parte ho accettato immediatamente. Dopo aver letto la sceneggiatura, invece, non capivo più se dovessi sentirmi onorato o meno per la parte che mi avevano assegnato, un personal trainer con l'I-Pod sempre acceso, tracannatore di bibite energetiche e dall'intelligenza non proprio sopraffina." GOLA e STUPIDITA'
  6. Superiore della CIA (J. K. Simmons), un'altra rappresentazione dlla stupidità. Così
    come i personaggi coinvolti non cepiscono quel che succede, non la capiscono neanche loro. L'importante è insabbiare tutto e non si impara mai dai propri errori. E' una stupidità cieca, che guarda il resto del mondo dall'alto in basso e non si accorge di nulla. SUPERBIA.
L'universo descritto è articolato e ricalca il classico schema dei sette vizi capitali, con alcune variazioni sul tema nei personaggi dei due istruttori. Linda più che invidiosa è vanitosa, vorrebbè comunque per sé doti che non ha, pur non attribuendole a nessuno in particolare. Nel personaggio di Chad il riferimento alla gola è molto flebile, probabilmente attraverso la ricerca spasmodica di bibite energetiche. C'è però una certa similitudine tra il peccato di gola e la stupidità quasi scimmiesca che è la peculiarità di questo personaggio: il richiamo alla parte più primitiva dell'essere umano, gusto e olfatto sono i sensi più arcaici, la sua stupidità è assenza totale di logica e raziocinio e se l'uomo è un zoon politikon logov echontes - animale politico cotato di raziocinio -, come lo definisce Aristotele, Chad semplicemente, non è un uomo, è un animale bipede.

Quello descritto dai Coen è un universo di un pessimismo assoluto, a mio avviso molto più definitivo di quello che costituiva la poetica di Non è un paese per vecchi. Tutti i personaggi, racchiusi nei loro vizi e nelle loro miserie sono incapaci di istaurare un rapporto positivo con la realtà, o per mancanza di doti intellettuali o per mancanza di spessore emotivo (chi non è stupido è stronzo). L'unca eccezione è Ted (Richard Jenkins), direttore della palestra, ma non fa una bella fine... Non è proposta alcuna possibilità di riscatto.

GIUDIZIO: è un bel film, mediamente divertente, con scene esilaranti,e un retrogusto amaro ma che diventa, a mio avviso, un po' fiacco sul finale (desideravo finisse). L'interpretazione approfondita del film svela un pessimismo che non prevede alcun riscatto interno, sebbene una via di fuga possa essere trovata nelle dichiarazioni, più volte rilasciate dai registi, sul fatto che i loro film non vogliono dire niente più di quel che dicono in apparenza. Questa diventerebbe una commedia umana per il piacere del pubblico, una vetrina dei vizi della nostra società, che non si erge a critica completa della stessa. A meno che quelle dichiarezioni non siano un semplice sfoggio di falsa modestia.

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